Pochi punti, spiegati dall’avvocato Simona Cocconcelli, presidente AGAP (Associazione Giovani Avvocati di Parma ), per capire come affrontare le prove di dicembre 2018.
Gli esami da avvocato non saranno più gli stessi.
I prossimi candidati, dopo vari rinvii, avranno infatti a che fare con la Riforma dell’ordinamento della professione forense, approvata con la legge 247/2012.
La novità che salta all’occhio, introdotta dal D.M. 25 febbraio 2016, n. 48, sarà la mancanza dei codici commentati.
Per chi copierà o farà copiare sono previste drastiche sanzioni. Poi ci saranno nuovi criteri di valutazione.
Le prove scritte rimarranno in ogni caso tre.
Ma cosa cambia nella preparazione del candidato? C’è qualcosa di diverso di cui davvero preoccuparsi ?
L’esame può sembrare apparentemente più difficile a chi contava di poter utilizzare, ricopiandole, le sentenze cercate sul momento.
Per chi, invece, ha scelto di prepararsi considerando contemporaneamente teoria generale, giurisprudenza, pareri motivati, non dovrebbe mutare molto, ma, anzi, dovrebbero migliorare le condizioni complessive, perché, invece di concentrarsi sulla ricerca della sentenza, si dovrà privilegiare lo svolgimento di un ragionamento giuridico coerente, basato sui principi generali e sulle norme del codice.
Il ragionamento e la logica saranno, in sostanza, gli strumenti privilegiati.
Ci spiega cosa succederà esattamente, a partire dal prossimo dicembre, l’avvocato Simona Cocconcelli del Foro di Parma, presidente AGAP , Associazione Giovani Avvocati di Parma.
Per chiarirci le idee partiamo da cosa rimarrà invariato:
“La struttura della prova scritta dell’esame d’avvocato post- riforma rimane identica; verrà quindi richiesta la stesura di un parere di diritto civile (2 tracce proposte in alternativa), un parere di diritto penale (2 tracce proposte in alternativa) e un atto giudiziario in diritto penale o civile o amministrativo (da scegliere tra le 3 tracce in alternativa).
Il tempo a disposizione dei candidati sarà di 6 ore dal momento della dettatura del tema”.
Quello che ‘preoccupa’ di più è la mancanza dei codici commentati…
“La novità che caratterizza il nuovo esame nello scritto è stata l’esclusione dei codici con commenti. Con la riforma sono ammessi solamente i testi di legge, quindi i codici di diritto civile, penale e amministrativo e le relative procedure, stampati e pubblicati a cura di un editore, incluso l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Ovviamente tutti i testi verranno controllati dalla commissione”.
Questo renderà effettivamente l’esame più facile o più difficile ?
“Non penso si tratti di una maggiore o minore difficoltà dell’esame. Sicuramente la preparazione sarà differente perché si dovrà partire dal codice semplice e dalla conoscenza dei principali istituti giuridici, per poi approfondire lo studio della fattispecie con l’analisi dei singoli articoli.
Ci sarà una maggiore attenzione allo studio dei principi generali per stimolare il ragionamento individuale e personale; un lavoro che i candidati diligenti effettuavano anche in passato e che non deve assolutamente impensierire. Prima di tutto all’esame occorre entrare nei panni dell’avvocato, come se si ricevesse effettivamente il cliente ‘tizio’ della traccia scelta”.
Quando cominciare per non essere in affanno?
“Non di certo due mesi prima. C’è bisogno di ‘metabolizzare’ i concetti generali ed i principali istituti giuridici in modo appropriato e quindi, partire da settembre significa arrivare impreparati all’esame. Per poter fare collegamenti tra i vari istituti e argomentare la propria tesi è necessaria una assimilazione lenta e prolungata nel tempo, con letture di sentenze della Cassazione che risolvono i casi concreti ed esercizio scritto per migliorare la capacità di elaborare e risolvere le questioni giuridiche”.
Con questa nuova formula dell’esame da avvocato sarà più facile commettere errori ?
“Sarà molto più facile uscire fuori tema e sbagliare l’argomento della traccia. Per questo accennavo a una preparazione nella pratica quotidiana e prolungata nei mesi, che al contempo sia mirata, completa e, non troppo dottrinale”.
I codici commentati erano un limite o un vantaggio?
“Nel 1989, quando furono introdotti i codici commentati, l’obiettivo era quello di formare un avvocato che sapesse ragionare per risolvere dei casi concreti. Tutto era finalizzato a formare un ragionamento giuridico, non basato sulla memoria.
Il risultato, però, è stato disatteso, perché il tutto si traduceva unicamente nella ricerca della sentenza di riferimento, senza guardare tutti gli altri aspetti”.
Prima troppi codici commentati?
“Eravamo arrivati al punto in cui per il candidato veniva prima la ricerca della soluzione del caso trovando la sentenza della Cassazione e poi, forse, il ragionamento sotteso alla questione giuridica richiesta. E ciò, nei grandi numeri, spesso poteva creare differenza tra chi si limitava al proprio compitino e la sufficienza la prendeva e chi approfondiva con un ragionamento e veniva poi bocciato”.
In pillole, come studiare?
“Prima di tutto occorre una buona preparazione sui principi generali del diritto penale e civile e amministrativo.
L’altra questione riguarda la risoluzione dei pareri motivati. E’ importante riuscire ad esercitarsi senza l‘ausilio delle sentenze, basandosi solo sul proprio ragionamento giuridico e sui codici, consultando solo successivamente l’eventuale sentenza o la soluzione fornita. Lo studio della
giurisprudenza dovrà essere un complemento teorico all’apprendimento dei principi generali, per perfezionare e aggiornarsi.
Non ci saranno cambiamenti formali nella preparazione dell’atto giudiziario, perché in tal caso è sempre stata sufficiente una buona pratica e l’uso del codice, ma mancherà anche qui la ricerca della soluzione pronta della sentenza della Cassazione di riferimento. E per molti potrebbe creare problemi”.
Quali novità sull’orale ?
“Le prove orali, saranno tutte precedute dall’ illustrazione non sintetica della prova scritta; alcune sono obbligatorie per tutti, costituendo l’ABC degli avvocati: ordinamento e deontologia forensi, diritto civile, diritto penale, diritto processuale civile, diritto processuale penale.
La prova orale si conclude con altre due materie, scelte preventivamente dal candidato tra le seguenti: diritto costituzionale, diritto amministrativo, diritto del lavoro, diritto commerciale, diritto comunitario ed internazionale privato, diritto tributario, diritto ecclesiastico, ordinamento giudiziario e penitenziario.
Si riscontrano anche in quest’ambito novità importanti in quanto si porteranno tutti i fondamenti del civile e del penale, quando prima era possibile portarne solo uno. Invece, per la scelta di alcune delle materie non obbligatorie, rispetto al passato si potranno anche determinarsi imbarazzi per gli esaminatori qualora un candidato opti per materie non usuali. L’unico possibile vantaggio potrebbe trovarsi nelle domande che saranno pre-individuate e scelte a caso durante l’esame orale. Occorre quindi tanto studio ed elasticità mentale per risolvere il caso concreto e per esporre al meglio le questioni giuridiche, sia per iscritto sia oralmente”.
Alexa Kuhne