L’Avvocatura esprime di nuovo tutte le sue preoccupazioni in ordine al Ddl Concorrenza, che lo scorso 3 maggio 2017 ha ottenuto il sì del Senato e che ora procede spedito al vaglio della Camera. Così i rappresentati del Consiglio nazionale forense e dell’Organismo congressuale forense – riuniti in un tavolo tecnico per valutare i contenuti della legge – chiedono congiuntamente al legislatore ed ai Ministeri competenti, di prendere in considerazione le correzioni proposte sulla disciplina delle società di avvocati e sulle nuove norme in materia di contenziosi con le compagnie assicurative.
Società di avvocati: i rischi del socio di capitale
Per quanto riguarda, in particolare, le nuove società di avvocati, si segnala ancora il rischio che la presenza, pur minoritaria, di soci di capitale non professionisti presso gli studi legali, possa seriamente minare l’autonomia e l’indipendenza della professione forense; tanto più perché il Ddl concorrenza, nell’attuale versione, non esclude affatto che le predette società possano svolgere la loro attività in favore o nell’interesse di questi stessi soci di capitale. Così come non esclude nemmeno la partecipazione di soci non professionisti privi dei requisiti minimi di onorabilità o che abbiano riportato condanne definitive per pene superiori a due anni di reclusione (limiti invece previsti per le società costituite da altre categorie di professionisti). In tal senso, non si possono certo ignorare – a parere dell’Avvocatura – tutti i pregiudizi che possano derivare ai clienti dalla mortificazione delle loro aspettative nei confronti degli avvocati, considerati custodi della tutela di tutti i diritti e delle garanzie fondamentali (e non degli interessi dei poteri forti).
Controversie Rc auto: cittadini penalizzati, assicurazioni favorite
Passando invece alle controversie con le assicurazioni, l’Avvocatura censura, in particolare, le disposizioni del Ddl concorrenza che prevedono l’indicazione dei nominativi di tutti testimoni, da parte del denunciante, già dal primo atto con cui comunica il sinistro alla compagnia; di modo ché eventuali successivi testimoni non potranno concorrere a fornire la prova in giudizio. E lo squilibrio/penalizzazione per i cittadini è ancora più evidente laddove i medesimi vincoli non sono invece previsti per le compagnie assicurative.
Alla luce di tutto ciò, su entrambe le questioni sollevate, Cnf ed Ocf si rivolgono dunque alle Commissioni della Camera ed ai Ministri competenti (Finanze e attività produttive) affinché, in questo ulteriore passaggio legislativo, accolgano gli emendamenti e le richieste di stralcio del suddetto tavolo tecnico e non facciano passare un testo di legge tanto squilibrato a favore delle parti forti, con sacrificio di alcuni fondamentali diritti dei cittadini.